lunedì 20 agosto 2018

MERCANTE DI VENEZIA

Quello che, siccome non è fesso, quando deve comprare qualcosa da un ambulante si comporta al pari dei conquistadores che regalavano perline e specchietti in cambio di monili d’oro

CHI E’
A differenza di quanto suggerito dal nome, che ha solo una funzione evocativa, Quello che, siccome non è fesso, quando deve comprare qualcosa da un ambulante si comporta al pari dei conquistadores che regalavano perline e specchietti in cambio di monili d’oro, non è necessariamente di origine Veneta.
Generalmente, ma non obbligatoriamente, si tratta del marito della Shopping Girl. In questa evenienza non ci è dato di sapere se la sua predisposizione alla contrattazione sia sopraggiunta in un secondo momento, per consentirgli di far fronte agli smodati acquisti della consorte, o sia sempre stata una sua caratteristica congenita e, ai fini della nostra disamina, si tratta, tutto sommato, di un dato irrilevante.
Quello che ci interessa sapere è che, questo individuo, generalmente di sesso maschile, vive ogni acquisto come se fosse un combattimento all’ultimo sangue in cui DEVE assolutamente primeggiare.

COME RICONOSCERLO:
Fermo restando che la contrattazione è un fenomeno ampiamente diffuso e da non demonizzare, quello che rende speciale il Mercante di Venezia è una complessa commistione di impulsi nefasti che vanno dalla più sordida tirchieria al razzismo o, quanto meno, alla convinzione che l’ambulante (a maggior ragione se di colore) sia una persona di scarsa moralità deciso a truffare chiunque, e vada dunque messo al suo posto.
Quel che succede generalmente quando il Mercante di Venezia è all’opera può essere così riassunto:
MERCANTE: A quanto li vendi questi occhiali?
AMBULANTE: Venti euro.
MERCANTE (scandalizzato): Quanto?! (pausa ad effetto) Te ne do 5!

A questo punto è opportuno aprire una brevissima digressione:
Molti Mercanti di Venezia dall’indole spiccatamente salviniana ritengono che chiunque, di fronte a una proposta del genere, dovrebbe reagire mandando a cacare il compratore con una creativa combinazione di coloriti epiteti ingiuriosi. Il fatto che l’ambulante non lo faccia ma, al contrario, provi ad argomentare cercando di giustificare il prezzo dell’oggetto in vendita viene interpretato, in primo luogo, come segno della malafede dell’ambulante e, in seconda battuta, come segno della sua palese inferiorità razziale.
Ovviamente entrambe le chiavi di lettura servono a rendere ancor più determinato il Mercante di Venezia che, a questo punto, prova a scendere da 5 a 2 euro, o a farsi dare per lo stesso prezzo, oltre all’oggetto richiesto, anche un telo da spiaggia, un portafortuna in avorio, un paio di bonghi e le mutande dell’ambulante.
Quello che sfugge al bieco compratore, oltre alle basilari leggi dell’economia, è che l’Ambulante deve fare il suo lavoro ed è ben consapevole che, anche se non è sempre vero che “il cliente ha sempre ragione”, è sicuramente vero che se gli dai una testata in bocca dandogli del tirchio di merda, questo gesto pur liberatorio nuocerà gravemente agli affari, e questo è l’unico motivo per il quale l’ambulante, dimostrando di appartenere a una razza superiore, fa finta di niente, argomenta e sopporta.

NOTA BENE: Benché Quello che, siccome non è fesso, quando deve comprare qualcosa da un ambulante si comporta al pari dei conquistadores che regalavano perline e specchietti in cambio di monili d’oro, come abbiamo visto, agisca spesso animato da profonde pulsioni leghiste, questa categoria di pover’uomini si estende subdolamente anche tra le fila dei più insospettabili piddini radical chic.

COME REGOLARSI:
Quello che, siccome non è fesso, quando deve comprare qualcosa da un ambulante si comporta al pari dei conquistadores che regalavano perline e specchietti in cambio di monili d’oro non può nuocervi in alcun modo, ma fa girare senz’altro i coglioni. Per cercare di limitare i danni vi suggeriamo di agire nello stesso modo già illustrato a proposito della Shopping Girl.

Nessun commento:

Posta un commento