domenica 13 settembre 2015

ESUBERANTE

Quello che non può entrare in acqua come un comune essere umano, ma deve impattare violentemente contro la superficie marina dopo una selvaggia corsa liberatoria ricreando, in piccolo, l’effetto di uno tzunami.

CHI E’

Pur appartenendo generalmente a un ceto sociale medio-basso, quella dell’esuberante è una categoria abbastanza trasversale. Se ne possono trovare esemplari tanto nel clan quanto nell’orda. Spesso e volentieri può essere un Big Jim, un Torello o anche un 90° minuto. Conseguentemente, le motivazioni che lo spingono a buttarsi in acqua con la grazia di una balenottera con le paturnie, scassando i coglioni di tutti quelli che lo circondano possono essere "varie ed eventuali"
Alcuni adottano questa strategia per far colpo sulle ragazze, altri per  occultare al resto della spiaggia improvvise quanto inopportune erezioni scatenate dalla vicinanza di qualche sirenetta, altri ancora sono dotati di piante dei piedi particolarmente sensibili al calore e quindi non riescono a camminare verso il mare ma devono correre. Sì vabbè, si potrà obiettare che, almeno in quest’ultimo caso, una volta raggiunta l’acqua, non ci sarebbe alcun motivo logico per tuffarsi come un bufalo zoppo, ma si sa che i piedi sensibili generalmente corrispondo a un cervello atrofico. Altri ancora sono dotati di un sistema nervoso periferico bizzoso e il passaggio dal caldo della spiaggia assolata al freddo del mare risulta per loro così traumatico che non riescono ad affrontarlo se non attraverso un movimento che ricordi la carica dei seicento a Balaclava. Il principio è più o meno lo stesso, se fai tutto velocemente non hai il tempo di pensare che stai caricando frontalmente una batteria di cannoni e, allo stesso modo, calando verso il mare a rotta di collo non fai in tempo ad elaborare il pensiero  che stai per immergerti nelle gelide acque del mare  o per lo meno, non realizzi la cosa fino a che non ci sei dentro.
Altri ancora lo fanno semplicemente perché si divertono.
Ad ogni modo, qualunque sia il motivo che spinge l’esuberante a fare quello che fa, l’unica cosa che conta per noi è che, immancabilmente, al momento di farsi il bagno, quello che non può entrare in acqua come un comune essere umano, ma deve impattare contro la superficie marina dopo una selvaggia corsa liberatoria ricreando, in piccolo, l’effetto di uno tzunami, si alzerà all’impiedi come colto da un raptus, assumendo per qualche attimo la posizione di una marmotta sentinella  e, indipendentemente dalla posizione che occupava con la sdraio, il lettino o il telo da spiaggia, darà luogo a una devastante galoppata  che si concluderà solo col suo impatto violento  contro le acque del mare, probabilmente a pochi centimetri da  dove, voi, ignari di tutto, state saggiando timidamente la temperatura dell’acqua valutando se, come e quando immergervi.
ATTENZIONE: a primo acchito si è portati a pensare che la perniciosità di questa categoria riguardi principalmente coloro i quali si accingono a immergersi in acqua nelle vicinanze dell’esuberante. In realtà non è così. Un esuberante è in grado di seminare distruzione lungo tutto il tragitto della sua calata verso il mare.

COME RICONOSCERLO
Quello che non può entrare in acqua come un comune essere umano, ma deve impattare violentemente contro la superficie marina dopo una selvaggia corsa liberatoria ricreando, in piccolo, l’effetto di uno tzunami, si riconosce in primis, dalla galoppata, e poi, subito dopo, dal sorriso ebete e soddisfatto con cui riemerge, orgoglioso del proprio tuffo, incurante degli schizzi che ha irraggiato nell’arco di 50 metri e del fatto che tutti lo stanno maledicendo augurandogli di contrarre al più presto qualche seccante herpes anale e/o, in linea subordinata, di calpestare una tracina al culmine della prossima corsa.
Spesso l’esuberante è anche dotato di una pancia particolarmente voluminosa (pare che ci sia una complessa relazione tra ventri prominenti e piante dei piedi sensibili), che gli conferisce quell’aspetto tipico del pachiderma in calore e che gli consente di smuovere una maggiore quantità d’acqua.
Ancora oggi l’esuberante è l’unica creatura al mondo in grado di sovvertire il principio di Archimede smuovendo una quantità d’acqua ben superiore al proprio volume.

COME REGOLARSI:
Non è possibile fermare la carica di un esuberante a meno che non si sia dotati di un fucile per la caccia al rinoceronte e, anche in quel caso, va sottolineato che l’omicidio è illegale. Fedeli al motto, prevenire è meglio che curare, il consiglio che vi diamo è di compromettere le sue capacità deambulatorie a monte, in modo da rendergli impossibile qualsiasi tipo di discesa a mare che non sia un lento e arrancante zoppicamento.
Allo scopo tutto è lecito, partita di calcetto con giocatore prezzolato campione di arti marziali, lancio sfortunato di una boccia in piombo, accidentale colpo di taglio con il racchettone da beach tennis. Ricordate che anche il più voluminoso esuberante avrà sempre delle caviglie abbastanza fragili, ed è ovviamente lì che dovete colpire.
In alternativa, ma è una tattica rischiosa che può produrre danni collaterali di portata difficile da valutare, disseminate la spiaggia di cicche accese, cocci di vetro e quant'altro possa facilmente avere ragione delle sue piante dei piedi.

Lo so, è una tattica cruenta e spietata, ma stiamo parlando della difesa di ciò che di più sacro esiste al mondo: le vostre vacanze. Quindi, nessuna pietà.

mercoledì 9 settembre 2015

L'AVANA MAN

Quello col sigaro più puzzolente della spiaggia.

CHI E’

Si tratta di una sottocategoria incrociata di tipologie quali il Rampante, l’Ozioso e il Capo Clan, dieci volte più dannosa a causa dell’utilizzo scriteriato di puzzolenti sigari  dalle dimensioni spropositate con i quali, evidentemente, cerca di compensare altre ben più gravi carenze.
Egocentricamente compiaciuto di sé stesso, totalmente indifferente al disagio che arreca a chi lo circonda, L’Avana Man è contemporaneamente uomo d’altri tempi (nel senso che spesso è un vecchio stronzo), ma anche perfetta espressione della società contemporanea.
Creatura prettamente metropolitana, orgogliosa dei traguardi raggiunti dalla sua specie nella produzione di agenti inquinanti primari e secondari, sembra non trovarsi a proprio agio in aree dove il cielo è ancora terso e l’aria salubre. La vicinanza del mare e del tanto decantato iodio ha effetto irritante sui suoi alveoli polmonari ed è, dunque, anche per riequilibrare la presenza di monossidi nell’aria che egli si trasforma in una sorta di ciminiera umana.

COME RICONOSCERLO
Individuarlo è molto semplice. Nel momento in cui doveste avvistare una spessa coltre di fumo che si innalza orgogliosamente nel mezzo degli ombrelloni saprete, con assoluta certezze che il vostro uomo è lì. Se poi doveste essere così temerari da farvi strada attraverso quella compatta massa fuligginosa vi troverete quasi sicuramente dinnanzi all’altezzosa e decadente figura de L’Avana Man,  spaparanzato sulla sdraio, intento a inalare con epicurea voluttà boccate di fumo più o meno aromatico dal coefficiente inquinante pari  superiore a quello di una discarca colombiana.

COME REGOLARSI
A meno che non siate dei fan del film “la desolazione di Smaug” (nel qual caso avete ben altri problemi) e vogliate ricreare l’atmosfera del film, capitare vicino a un L'Avana Man può essere un’esperienza devastante.
Con la salute non si scherza e qui si tratta di una lotta all’ultimo sangue per preservare la funzionalità primaria del vostro apparato respiratorio, quindi, NON ABBIATE SCRUPOLI.
Le strategie più produttive contro questa pericolosa creatura sono tre:
A) Scatenategli contro due o tre bambini rompipalle armati di palloncini e pistole ad acqua modello RAMBO FOREVER.
B) Munitevi di un estintore e non esitate a usarlo. Potrete sempre scusarvi dicendo che con tutto quel fumo temevate fosse oggetto di un fenomeno di autocombustione e volevate salvargli la vita.
C) Assoldate un gruppetto di Esuberanti, meglio ancora se appartenenti a un’Orda, e scatenateli verso il mare dicendo loro di aver visto una bonazza che sta facendo il bagno senza costume. Se avrete giocato bene le vostre carte nell’impattare il mare creeranno un effetto tzunami che dovrebbe travolgere il vostro obiettivo e, si spera, fargli ingoiare quel sigaro di merda.


domenica 6 settembre 2015

MATER MATUTA

Quella che tutto è secondario, perché lei è lì solo per i figli e… certo che vorrebbe concedersi il lusso di una “vacanza vera”, ma come si fa?

CHI È:
è la mamma per eccellenza.
Tutte le altre sono solo pallide imitazioni. Alcune ci provano ma non ci riescono, altre vorrebbero esserlo, altre ancora la vedono come l’aberrante personificazione delle proprie mancanze, ma poche possono fregiarsi legittimamente del titolo di Mater Matuta.
Ne esistono svariate tipologie spesso anche molto diverse tra loro, ma accomunate da un unico fattore, l’unico che conti davvero: la Mater Matuta è sempre e solo al servizio della sua prole ed è disposta a qualsiasi cosa pur di proteggere il frutto delle proprie ovaie, anche strapparvi il cuore dal petto nel caso vi ritenesse un pericolo, quindi FATE ESTREMA ATTENZIONE.

COME RICONOSCERLA:
A seconda delle tipologia a cui appartiene la Mater Matuta può essere identificata attraverso alcune caratteristiche ben precise…

MATER APPRENSIVA
E’ quella che potete vedere nella consueta posizione ad anfora (che si dice assuma anche quando dorme), in riva al mare.
Simile a una vedetta lombarda marinara, costei, indipendentemente dalle proprie capacità visive (ne esistono esemplari ciechi come talpe) è in grado di individuare i propri figli anche a centinai di metri di distanza, in mezzo alle onde e a moltitudini di bagnanti.
Il suo sguardo non fallisce mai, tanto che in America si sta studiando questa capacità per applicarla ai sistemi di puntamento dei droni da guerra.
La Mater Apprensiva dunque vigila, sempre e comunque, senza mai interrompere il contatto visivo col figlio. La sua capacità di individuare e prevenire i pericoli rasenta la precognizione e, non di rado, può sfociare in preoccupanti forme di allarmismo più paranoico. Per tale motivo spesso evolve nella MATER URLATRICE, che all’attività di vedetta abbina quella di sirena d’allarme. Dotata di corde vocali dello spessore di cavi dell’alta tensione, costei è spesso in grado di raggiungere tonalità che poco hanno di umano.
Acusticamente insostenibile, molesta anche a grandi distanze, va messa a tacere come si può.

MATER PITAGORICO/ARISTOTELICA
o anche IPSE DIXIT
È  quella che, in virtù della propria esperienza, si considera ormai unica depositaria della saggezza universale e quindi pretende di imporre la sua logica, per quanto in certi casi obsoleta, ai propri figli, strafottendosene completamente di cosa possano pensare loro al riguardo.
La Mater Ipse Dixit ha una sua “formula” per tutto. “Non fare il bagno lì, spostati più a sinistra, non asciugarti i capelli in quel modo, non mangiare le patatine, non prendere il ghiacciolo mangia un cornetto, non strascicare i piedi”
In alcuni casi i suoi interventi possono avere anche un senso logico. In altri si trasformano in ingerenze che rasentano la dittatura più insana:
“Gioca con quel bambino, ha l’aria tanto simpatica…”
“Ma mamma, mi sta sul cazzo”
“Giocaci lo stesso!!!”
Il punto è che questo individuo (ne esistono anche esemplari di sesso maschile) non riesce proprio a concepire che qualcun altro possa avere esperienze analoghe e eventualmente superiori o divergenti dalla sua,e quindi non ammette obiezioni.
Da evitare come la peste perché questo tipo di elemento può camaleonticamente mutare in MOGLIE IPSE DIXIT, AMICA/AMICO IPSE DIXIT, COGNATO IPSE IDIXIT ed è difficilissimo da arginare in ognuna delle sue manifestazioni.
Nelle forme di ingerenza più gravi può costringervi a ricorrere a elaborate forme di travestimento, dissimulazione e fuga con enorme dispendio di energie.
Meglio interrompere brutalmente i rapporti, laddove sia possibile senza causare disastri familiari.

MATER INDAFFARATA
E’ quella che fa in tutto e per tutto quello che fanno le altre mamme, ma lo fa sfoggiando per tutto il tempo un’aria trafelata, come se le fosse richiesta chissà quale inumana superprestazione da guinnes dei primati.
Il suo sbattersi su e giù come una cavalletta impazzita, rincorrendo i figli in modo da poter soddisfare ogni loro esigenza, fa sì che spenda il quadruplo delle energie di una madre ordinaria producendo, a volte, un risultato più scarso, il che, ovviamente, non fa che alimentare la sua insana ansia da prestazione creando un pericoloso circolo vizioso che è quasi impossibile infrangere.
Può facilmente trasformarsi in APPRENSIVA, URLATRICE e IPSE DIXIT raggiungendo potenzialità distruttive oltre ogni immaginazione.

COME REGOLARSI:
Com’è facile immaginare, sfuggire a questa particolare categoria è praticamente impossibile. In quasi ogni madre alberga almeno in embrione una MATER MATUTA. Qualsiasi parte della spiaggia è dunque potenzialmente pericolosa per la vostra salute fisica e mentale a meno che non scegliate località precluse alla famiglie, il che potrebbe voler dire abbandonare anche la vostra (il che non è detto sia un male).
Come extrema ratio, la Mater Matuta va colpita dov’è più fragile. Se succede qualcosa ai suoi figli può subire un trauma irreversibile in grado di renderla innocua per anni.
Ovviamente non è necessario fare davvero del male ai suoi figli, può essere sufficiente farglielo credere… Sandra Milo insegna.
Andatele incontro con aria tragica, ditele: “che fai qua, non sai cos’è successo a tuo figlio?!” e godetevi la vacanza.

TORELLO

Quello che, vittima degli effetti devastanti della pubertà, sbava dietro alle ragazze covando oscuri e libidinosi pensieri dalle marcate valenze sessuali
Spesso ibridato con l’esuberante, Big Jim e/o con il 90° minuto

CHI È:

è quel delicato insieme di essere umano in evoluzione composto per un 5% da un comune ragazzo dei nostri giorni, per un altro 10% dai primi cespugli di peli disseminati in ordine sparso (e spesso tristemente a chiazze) su guance e corpo, per un altro buon 25% dal proprio cellulare e per il restante 60% da una massa ribollente di ormoni impazziti.
Vorrebbe avere una vita normale e, magari, conservare la stessa distaccata serenità di quando gli unici interessi della sua vita erano il pallone e Dragon Ball, ma proprio non ci riesce perché deve costantemente confrontarsi con una parte del proprio corpo che fino a poco tempo era una normale appendice adibita a comuni incombenze fisiologiche e che adesso, improvvisamente evolutasi (proprio come un super Super Saiyan di quarto livello) in qualcosa di incredibilmente aggressivo, gli appare dotata di una propria volontà e capace di improvvisi quanto inopportuni cambi di volume.
Il problema principale, in questi casi, è che il torello vorrebbe, ma non può. Manca ancora di tutto il bagaglio tecnico atto a rimorchiare una ragazza e, soprattutto, a concretizzare in modo proficuo il rimorchio. Gli mancano l’esperienza, il portamento, la maturità, la capacità di relazionarsi in modo non conflittuale. Gli manca praticamente, tutto! L’unica cosa che ha, è questa specie di bussola impazzita, posta al di sotto del basso ventre, pronta a puntare improvvisamente qualsiasi ragazza gli passi a tiro. E questa voglia lo porta a calare simile a un predatore su qualsiasi fanciulla, privilegiando in prima battuta le sirenette, ma non scartando neanche le classiche cozze, purché ci stiano.
Il risultato di questa drammatica condizione (attraverso la quale prima o poi passano tutti i rappresentanti del genere maschile) comporta la trasformazione in una sorta di abbrutito cavernicolo che, non sapendo esattamente come comportarsi con l’altro sesso, sceglie quasi sempre un approccio violento e primitivo.
Alla disperata ricerca di un vago contatto fisico il  torello instaura rapporti di conflittuale aggressività. Attraverso le “giocose” colluttazioni, i ripetuti gavettoni, le “calate” improvvise, egli cerca di trovare la massima soddisfazione “marginale” attraverso il più alto rapporto di strusciamenti e contatti proibiti con seni e natiche.

COME RICONOSCERLO:
Più che altro è lui che si fa riconoscere. Il suo scopo è farsi notare dalle ragazze. Non potendo fare la ruota, come un pavone, solca ad ampi passi le spiaggia, pancia in dentro e petto in fuori cercando di scimmiottando i più scafati Big Jim. Gigioneggia con gli amici, sempre in cerchi concentrici rispetto al gruppetto di ragazze su cui vorrebbe fare impressione. Questa sua voglia di attirare l’attenzione, lo porta spesso a creare ibridi con altre categorie maschili tra cui il già citato Big Jim, l’esuberante, l'Irrequieto e il 90° minuto.
Quanto più i suoi ormoni sono stati sconvolti, tanto più ardite sono le evoluzioni che compie col pallone, col freesbee o con quant’altro abbia a portata di mano.
Alcuni teorici, sostengono che quando galoppa verso il mare per il consueto tuffo dell’esuberante, la rincorsa sia direttamente proporzionale alla sua eccitazione sessuale.
Comunque per non avere dubbi basta osservarlo. Quando pensa di non essere visto - ma anche in momenti più casuali - e perde il controllo delle pupille. Sarà possibile vedere il suo sguardo, vitreo, fisso su qualche rotondità femminile. Con la bocca leggermente socchiusa e, nei casi più drammatici, un rivoletto di bava.
A volte la devozione con cui contempla il sedere di una bonazza può ricordare il misticismo di un asceta.
Nota bene: alcuni restano allo stadio di Torelli per sempre o, quanto meno, fino a che non raggiungono la carica di Presidente del Consiglio.

Come regolarvi:
Come diceva il poeta: come può uno scoglio, arginare il mare? Allo stesso modo voi non potrete mai, in nessun modo, arginare un Torello. Quello che potete fare, ed anzi, è caldamente consigliato, è non venirvi mai a trovare tra un torello e il suo obiettivo, perché verreste fatalmente travolti.
Al pari di uno tsunami, di un tornado o di una valanga, il giovane torello altro non è che una manifestazione della natura in uno dei suo aspetti più selvaggi e distruttivi.
Riempie di sgomento, a volte di sano e giustificato terrore, ma va accettato così com'è.
E’ grazie a questa insaziabile, primigenia voracità sessuale che la razza umana non si ancora estinta.

Siate comprensivi, ma solo alla giusta distanza di sicurezza, e ripensate a quando i torelli eravate voi e alla sofferenza di quei tempi  in cui possedevate lo spirito di un Rocco Siffredi imprigionato nel corpo di topolino.

martedì 1 settembre 2015

L'ORDA

Quelli dell’uno per tutti e tutti per uno, ma un po’ alla cazzo di cane.

CHI SONO
Entità plurima omologa del  Clan, a cui spesso si contrappone violentemente, l’ORDA differisce da quest’ultimo per due importanti fattori.

1- Anche l’Orda si radica prepotentemente sul territorio balneare, ma mentre il  Clan si stabilisce progressivamente, risaldando il proprio potere nel corso degli anni, all’Orda bastano pochi giorni, a volte poche ore.
Simili, per modus operandi ai barbari che distrussero l’impero romano, i membri dell’orda costituiscono  uno sciame distruttivo privo di umanità.
Essi calano con inaudita ferocia travolgendo tutto ciò che trovano sul proprio cammino. Se ne infischiano delle tradizioni, della storia e delle relazioni interpersonali preesistenti, ciò che era prima di loro, per l’appunto, era, e non sarà più perché a loro, di tutto ciò, non gliene può strafottere di meno. L’Orda ha le sue leggi (la prima legge dell’orda è che non esistono leggi) e sono le uniche a cui si attiene… a volte neanche a quelle.
2 – Mentre il Clan è formato per lo più da membri di ceto sociale medio-alto, l’Orda è composta da barbari incivili. Si tratta di persone (se proprio le vogliamo definire tali) dall’aspetto belluino, che ostentano grappoli di peli incolti che crescono selvatici un po’ qui e un po’ lì, processi mentali basici ma efficienti, in grado di comprendere poco, è vero, ma proprio per questo inattaccabili dal dubbio o da altri deleteri tipi di ragionamento razionale.
Mentre i membri del Clan ostentano una cura del corpo al limite del metrosexual, l’orda ostenta una fame selvatica, capacità masticatorie degne di un alligatore e panze gigantesche.
Le donne dell’orda non padroneggiano ancora tutti i segreti della ceretta, ma sono regine della caponata e della coda alla vaccinara, che spesso consumano in spiaggia, sotto all’ombrellone.
Per comunicare l’Orda utilizza suoni gutturali appartenenti dialetti risalenti al pleistocene. L’orda non ha rispetto di niente eccezion fatta per alcuni feticci che i loro sciamani tramandano di padre in figlio: il pallone, la maglietta del “magico capitano” della loro squadra del cuore, una foto del culo di Nadia Cassini presa da un playboy degli anni ’70.

COME RICONOSCERLI
Se improvvisamente doveste avere la sensazione di essere finiti in un buco spaziotemporale che vi ha trasportato ai tempi dell’uomo di Neanderthal, vuol dire che siete incappati nell’Orda.
L'Orda è generalmente composta da un maschio Alpha che ricorda nel portamento un gorilla ubriaco, la sua compagna che si stenta a identificare con una creatura di sesso femminile ma che, di fatto, deve esserlo, perché gli ha sfornato una quantità incredibile di figli, tutti egualmente molesti. Il resto del gruppo è enormemente eterogeneo e tra i suoi componenti possono spiccare indifferentemente per bruttezza o per bellezza elementi di entrambi i sessi tutti accomunati dallo stesso modo di masticare il chewing gum (che loro chiamano cevingùm), dai tatuaggi più brutti che potrà mai capitarvi di vedere, e dalla capacità di consumare frutta sgocciolante e sbrodolante a tutte le ore del giorno e della notte, purché ci si trovi in spiaggia.
Anche se, in passato, queste creature prediligevano la spiaggia libera, dove niente osava contrapporsi alle loro usanze barbariche, sempre più spesso vengono segnalati tentativi di irrompere in aeree geografiche un tempo a loro severamente precluse.
Il progressivo imbarbarimento del sostrato culturale che è alla base della nostra società, la loro aumentata disponibilità economica e il fascino che da sempre, i culi delle bonazze del Clan esercita sui loro condottieri, ha fatto sì che l’Orda si sia diffusa in modo trasversale un po’ ovunque. Quindi non rilassatevi MAI.

COME COMPORTARSI:
A differenza del Clan, che è molto coeso, ma anche molto chiuso, l’Orda è un’entità decisamente più democratica. Tra i suoi membri vige comunque una sorta di primitivo cameratismo che va al di là delle relazioni parentali quindi, alle brutte, potreste decidere di farvi adottare attraverso un tribale rito di sangue.
Offritevi di giocare una partita di calcetto e subite i loro falli stoicamente e senza lamentarvi. A fine partita andate a bere con loro, ruttate e scorreggiate come se non ci fosse un domani, fate battute maschiliste sulla cameriera di turno, date del frocio rotto-in-culo al proprietario del Lido e sarete dei loro.

A quel punto apparterrete per sempre all'orda e non temerete più alcun male… a parte quello di aver rinunciato alla vostra umanità.