giovedì 27 agosto 2015

CLAN

Quelli uno per tutti e tutti per uno.

CHI SONO:

Sono quelle comunità famigliari che vengono nello stesso posto da millemila anni e quindi hanno radicato la loro presenza e la loro influenza sul territorio e sul lido.
Questi individui, attraverso una vera e propri a opera di colonizzazione, attuata coraggiosamente da un avo semi leggendario di cui si narrano le prodezze intorno al barbecue, nelle sere d'estate, hanno posto le basi della loro permanenza in questi ameni luoghi quando essi erano ancora impervi, quando c'erano solo due o tre casette di fango, delle palafitte traballanti, le zanzare erano grandi come condor e gli autoctoni si spulciavano reciprocamente.
Il viaggio, all'epoca, durava mesi, generalmente in diligenza. Si dovevano attraversare le paludi e affrontare i briganti, ma il mistico avo ha superato ogni difficoltà pur di garantire ai suoi discendenti un posto sicuro in cui trascorrere le vacanze.
I tracotanti eredi di questo eroico esploratore, adesso si danno alla bella vita, senza indugio e senza timore, sentendosi, in qualche modo, autorizzati a fare un po' il cazzo che gli pare in virtù di un confuso quanto discutibile diritto di precedenza su tutti quelli che son arrivati dopo.
I membri di un clan, pur brillando spesso per cazzonaggine, sono noti più per la loro identità collettiva che per la loro individualità.
Singolarmente, presi uno ad uno, non contano molto e possono rivelarsi dei deboli infingardi, ma quando entrano nella modalità familiare esteso/coesa diventano invincibili e dettano legge.
Sono dunque noti per il tutto, rappresentato generalmente dal patronimico che si estende per la proprietà transitiva dei vincoli parentali a cugini acquisiti, amici fraterni, cognati pelosi, tutti riuniti sotto un unico vessillo: i Merotti, i De Blasio, i Trincavelli e i Salvetti... entità simili all'Idra dalle 9 teste in cui, detto per inciso, ogni testa è potenzialmente una testa di cazzo.

COME RICONOSCERLI:
Sono facilmente identificabili dalla struttura feudale a cui si attengono scrupolosamente e atraverso cui esercitano un ferreo controllo sulle prime file degli ombrelloni. Nel corso degli anni, non si sa come, sono riusciti a disporsi strategicamente uno accanto all'altro costituendo un tutto inviolabile stile linea maginot.
Ogni clan è generalmente formato da almeno un rampante senior e un paio di rampantini in erba, un paio di big jim, qualche giovane skipper e alcune bonazze o aspiranti tali. Il resto delle loro fila ospita più o meno in modo assortito tutte le altre tipologie esistenti.
ATTENZIONE: se toccate un membro del clan, ve li troverete tutti contro.

COME REGOLARSI:
A meno che non disponiate di un vostro Clan, e siate pronti a scatenare una faida che potrebbe protrarsi per anni disseminando la spiaggia di vittime, tenetevi a distanza e non entrate mai in conflitto con loro.
Ogni resistenza è inutile.

Se, per somma sventura, doveste scoprire che il vostro ombrellone è situato in posizione strategica, tra due Clan rivali, cercate di ergervi al di sopra delle parti trasformandovi in una sorta di Svizzera Balneare. Se ciò non è possibile, legatevi al Clan più forte e dominante e incrociate le dita.

mercoledì 26 agosto 2015

SKIPPER

Quelli della scuola di Vela.

CHI SONO:


Prevalentemente rampolli privilegiati della classe dominante sono quasi tutti giovani rampanti in erba, figli di rampanti stagionati attualmente in carriera dei quali costituiscono l'inevitabile propaggine nel mondo adolescenziale.
Sono quasi tutti belli, biondi e vincenti. Quando si aggiustano la folta chioma, lo fanno in una sorta di slow motion naturale. Possiedono nomi composti molto impegnativi, tipo GianGuidoMaria, o Emanuele Filiberto che però non usano mai, in vece di diminutivi del cazzo quali Ticò, Cocò, Manù, Giangi, Fili, Popò e così via, nomignoli di cui, tra l'altro, vanno inspiegabilmente fieri.
Sono destinati geneticamente alla vela per retaggio e per status sociale, così come gli toccherà il golf in futuro, ma questo non vuol dire che abbiano un qualche talento marinaresco, anzi. In genere sono quelli che vanno alla deriva speronando canotti e vecchiette sul materassino.

COME RICONOSCERLI:
Sono quella massa compatta di giovani navigatori sempre intenti a salpare o attraccare, senza soluzione di continuità.
Siano Optimist, laser, 470, trireme o golette, loro non fanno che entrare e uscire trasformando il corridoio di atterraggio in una specie di Salerno-Reggio Calabria.
Sono quelli che sanno andare di bolina, strambare, strozzare e poggiare. Sono maestri nel cazzare la randa ma, soprattutto, nel cacare il cazzo a chi vorrebbe farsi il bagno in santa pace.

COME REGOLARSI:
Tenersi sempre lontano dal corridoio barche, tanto comunque vadano le cose avete solo da rimetterci.
Considerate che più è importante il circolo velico, più largo sarà il corridoio, meno mare avrete a disposizione per fare quella cosa estremamente banale chiamata comunemente bagno.
Ricordate che se, per una sfortunata distrazione, doveste oltrepassare il limite delimitato dalle boe, per le leggi della marineria napoleonica (tuttora in vigore) voi apparterrete alla scuola di vela e ciascuno dei giovani skipper avrà il diritto di disarticolarvi la spina dorsale con la prua della propria barca a vela.
Se, al contrario, dovessero essere loro a sconfinare, si tratterà di una fortuita fatalità dovuta alle avverse condizioni del vento, del resto, si sa, son ragazzi e son qui per imparare.

Se ne avete la possibilità economica, aspettateli al largo con un piccolo sommergibile oppure cercate di recuperare qualche mina della seconda guerra mondiale al mercatino del residuato bellico..

RAMPANTI

Quelli che la spiaggia è il loro palcoscenico naturale per far sfoggio di una vita vissuta al massimo, senza compromessi, perché loro sono dei vincenti.

CHI SONO:

Esponenti della più fatua e becera borghesia “dirigenziale” sono un fedele specchio del peggio della nostra società.
Generalmente di mezza età, danarosi alto borghesi di bocca buona, nel senso che sono disposti ad accettare di buon grado tra le proprie fila anche elementi un po' più rozzi se muniti di sufficiente contante, i Rampanti sono la naturale selezione naturale dei giovani Torelli (di cui parleremo in seguito) destinati a evolversi in disadattati disoccupati e per l'appunto in Rampanti, nella proporzione di 20 a 1, più o meno.
Rolex al polso, polo griffata, cappellino e scarpa da skipper, occhiali da sole superfighi di Yves Luis Stocazz, del sole e del mare a loro non gliene può fregare di meno perché, se proprio volessero fare il bagno, andrebbero sullo yacht del Bepi, no?
No, loro sono qui solo perché la vostra spiaggia e il vostro lido costituiscono una enorme passerella, solo che, a differenza dei Big Jim (a cui molti di loro sono appartenuti da giovani) non gli interessa far sfoggio di muscoli, ma di una vita vissuta al massimo, senza compromessi, perché loro sono dei vincenti e sanno campare, e adesso devono scodellarvi davanti al naso tutti i successi conseguiti in anni di clientelismo.

COME RICONOSCERLI:
I Rampanti sono figure grigio splendente, abbarbicate orgogliosamente su posizioni di lavoro dirigenziali o comunque di potere.
Sono gli arrivati, gli arrivandi e gli arrivisti di turno. Razza padrona, tanto per intenderci, o presunta tale.
E' facile individuarli perché sono sempre riuniti in gaudenti gruppetti di micrometrico spessore intellettuale e sono quelli che, a un cenno prestabilito di uno del gruppo, calano in massa sul bar della spiaggia per un prosecchino.
Ovviamente a loro è sempre riservato un tavolo strategico, perché sono amici del barista. L'ombrellone è in prima fila, perché conoscono il proprietario del lido, il parcheggio è all'ombra, perché hanno regalato le loro mutande griffate al parcheggiatore. Sono il popolo delle scorciatoie, quelli con almeno tre carte di credito nel portafogli e una copia dell'albero genealogico della famiglia di Mubarak nel taschino, all'altezza del cuore.
Ostentano con piglio autorevole quel mezzo sorriso di superiorità che connota immancabilmente le loro facce di cazzo, perché loro sì che sanno come si campa.
Sanno tutto sull'andamento della borsa di Tokyo, ma se gli chiedi quanti anni hanno i loro figli assumono un'espressione confusa e chiedono ragguagli alla moglie, che il più delle volte è rivestite da tale e tanta gioielleria da sembrare la statua della Madonna dell'Arco durante una processione.
Spesso tifano juve anche se sono di Reggio Calabria, ma questo è un dettaglio.
Sono quelli del SUV in doppia fila, del “se me lo dicevi prima, c'avevo un amico al ministero”, del conosco un posticino dove se vai a nome mio...
La loro lettura più impegnata è il Sole 24ore – di cui capiscono il 20% di ciò che leggono. Più che altro si limitano a impugnarlo come un feticcio per darsi quell'aria da “tipi giusti”, ma spesso al suo interno conservano gelosamente la Gazzetta dello Sport.

COME REGOLARSI:
Poiché l'aggressione – anche in casi come questi in cui appare un'opzione più che giustificabile - viene ancora inspiegabilmente punita dalla legge, cercate di ignorare i primordiali istinti omicidi ispirati da questa categoria.
Lo so, lo so... rappresentano il peggio della nostra società e sono fondamentalmente uno dei motivi per cui in questo Paese si vive una chiavica, ma non sarà in spiaggia, sotto gli ombrelloni, che potrete riaffermare il potere della sostanza sull'apparenza.
L'unico vero problema pratico, nell'averli come vicini di ombrellone, è che non troverete mai un posto libero al bar e dovrete assistere impotenti a questi irritanti accrocchi di arroganti cinquantenni tutti risate di circostanza e battutacce volgari, in costante competizione su chi ce l'abbia più grosso (il conto in banca).

Se avete un amico al bar un lassativo nel prosecco può essere utile.

domenica 23 agosto 2015

FUORI TEMPO MASSIMO

Quella che anche se c'ha sessant'anni continua a usare i costumini che portava a vent'anni.

CHI È:
Questa tipologia di donna è caratterizzata da una caparbietà superata solo dalla totale incapacità di rendersi conto che il tempo non solo ha fatto il suo corso, ma nel farlo ha lasciato pesanti tracce sul suo corpo.
Quindi, anche se costei, a 20 anni, poteva fregiarsi orgogliosamente del titolo di bonazza, adesso deve fare i conti con la forza di gravità. Quei seni che un tempo erano considerati i più belli della spiaggia, hanno ceduto drammaticamente sotto il peso del tempo. Quelle pance, piatte se non addirittura concave, all’epoca, sono adesso diventate degli addomi prominenti, spesso abbelliti da reticoli di pittoresche smagliature, e quelle natiche che hanno fatto invocare le più svariate divinità, ai bagnanti di sesso maschile dei bei tempi che furono, quelle natiche sode e tonde che tutti i fallocentrici del lido avrebbero desiderato impattare sonoramente col palmo della propria mano atteggiandosi a novelli cowboy… sono adesso delle specie di air bag sgonfi, regno incontrastato della ritenzione idrica e della famigerata cellulite a buccia d’arancia.
Purtroppo, quella che anche se c’ha senssant’anni continua a indossare i costumini di una ventenne, per un tragico quanto imbarazzante cortocircuito mentale, continua a vedersi col fisico dei bei tempi che furono. Mai, neanche una volta, guardandosi allo specchio, le è sorto il dubbio che le carni flaccide di cui è attualmente rivestita non siano più in grado di rendere onore ai costumini che seguita ostinatamente ad acquistare e indossare. Ed eccola, quindi, comparire in spiaggia, ignara degli sguardi attoniti e leggermente disgustati della massa circostante - che generalmente interpreta in modo del tutto errato come segnali di apprezzamento - pronta ad offrirsi anima e corpo al mare e al sole, in tutta la sua devastazione.
A questo punto forse è necessario fare una importante precisazione per prevenire le cascate di insulti che stanno per abbattersi sullo scrivente: il body shaming è una brutta cosa. Stare bene con il proprio corpo è importante. Accettarsi per come si è, è fondamentale...
Tuttavia, a volte, sembra che la guerra al body shaming si trasformi in un'ipocrita negazione di qualsiasi considerazione estetica.
Se la Fuori tempo Massimo si sente libera e felice di ostentare il suo microbikini, siamo tutti felici per lei... ma sarebbe sciocco negare che dal punto di vista visivo le sue evoluzioni balneari non costituiscano uno spettacolo particolarmente gradevole.


COME RICONOSCERLA:

per motivi di decoro e per non turbare gli animi più 
sensibili abbiamo deciso di utilizzare un'immagine
puramente simbolica

Come vedete una befana vestita da velina potete stare certi che siete in presenza del soggetto Fuori Tempo Massimo. L’unico problema è che spesso, tale creatura, ancora legata ai criteri di esibizionismo e seduzione che l’hanno resa celebre quando era ancora un essere umano, scende in spiaggia ricoperta da un castigato pareo o qualche altro ricercato modello di completino da spiaggia che non lascia ancora presagire quale disastro ecologico sia presente, pochi strati di tessuto più sotto. Questo per poter dare origine ad una sorta di spogliarello destinato a gratificare il suo ego tanto quanto seminare il panico nel giro di 150 metri.

COME REGOLARSI:
Qui la questione è molto semplice. Tutto dipende dalla vostra capacità di affrontare determinati tipi di spettacoli. Se siete amanti del trash, dello splatter e dell’horror, potete tranquillamente mantenere la posizione.
Non illudetevi, contando sul fatto che la vista dell’orrida creatura possa tenere lontano da voi elementi ben più dannosi tipo i 90° minuto, o gli esuberanti… il più delle volte sono strettamente imparentati attraverso complessi e perversi legami indissolubili nati con il lido stesso. Una volta sfatata questa credenza popolare, che spesso induce a scegliere volutamente questo tipo di supplizio, confidando in un bonus di tranquillità, se siete degli esteti o più semplicemente, se quando siete al mare volete evitare spettacoli in grado di intristirvi facendovi pensare alla caducità della vita e alla inveitabile fugacità della bellezza, tenetevi a una certa distanza.

Variante:
VORREI MA NON POSSO
Quella che anche se c'ha vent'anni (o anche trenta) ha il fisico di una sessantenne.

In tutto e per tutto identica alla precedente (almeno a prima vista), l’unico modo per distinguerle sarebbe controllare la data di nascita su un documento d’identità. Una differenza tre le due categorie però c’è, anche se è piuttosto sottile: la prima almeno a vent’anni ha esibito un corpo seducente e, forte di questa consapevolezza, almeno a livello inconscio è una donna più realizzata e meno frustrata. La seconda categoria anche se cerca disperatamente di irretire la fauna maschile scoprendo ampie zone del proprio corpo, e anche se non vuole accettare la drammatica inutilità di tutti i propri tentativi di seduzione, non saprà mai cosa voglia dire essere bella, e questo la rende più rancorosa. Il suo sguardo porcino e invidioso vaga lungo la spiaggia, incenerendo le bonazze, e anche le fanciulle semplicemente normali. Per ogni rappresentante della concorrenza trova caustiche parole di condanna, pronta ad individuare anche la millimetrica imperfezione.
La sua posa, quando si stende a prendere il sole, ricorda vagamente quella della Dionea (nota pianta carnivora) e si sussurra, ma si tratta di voci non confermate, che tale similitudine si riproponga anche nelle sue intimità anatomiche per fortuna mai visitate da chicchessia.
È leggermente più molesta dell’altra, e spesso caparbiamente insistente, soprattutto se adocchia un single al quale ritiene di poter legittimamente aspirare. Non dimentichiamo che se l’altra, a vent’anni, ha avuto modo di sbizzarrirsi e di dedicarsi con soddisfazione alle gioie del sesso, quest’altra, invece, spesso arriva in spiaggia reduce da astinenze decennali.
Si raccontano di epici marcamenti ad uomo (nel vero senso del termine) con tapini e inermi aitanti giovani costretti a fughe impervie e a balneazioni in orari improbabili pur di sfuggire alle torride avances di Quella che anche se c'ha vent'anni ha il fisico di una sessantenne. Si consiglia dunque, estrema cautela.

A maggior ragione da temere ed evitare.

venerdì 21 agosto 2015

BONAZZA

Quella che c'ha il sedere o le tette più belle di tutta la spiaggia.

CHI È:
Fautrice della più becera vanità, quella che c'ha il sedere o le tette più belle di tutta la spiaggia, ha bisogno di sentire su di sé lo sguardo degli altri. Partendo da una materia prima già promettente, la bonazza ha levigato e tonificato il proprio corpo avendo come termine di paragone il culo di Jennifer Lopez e le tette di Denise Milani e, bisogna ammetterlo, ha fatto un ottimo lavoro.
L’unica cosa che la gratifica è sapere che tutti stanno sbavando nella contemplazione del suo corpo, o si stanno rodendo per l'invidia, quindi è quasi sempre nuda.

COME RICONOSCERLA:

È quella con le tette da fuori o col costumino a perizoma. Non importa se ci si trova su una spiaggia condominiale a carattere burino/impiegatizio, o sullo yacht di qualche miliardario, lei è quella che c’ha il sedere o le tette più belle di tutta la spiaggia, coprirsi sarebbe un delitto contro l'umanità. 

Ha passato l’inverno a furia di massaggi, oli e cremine in modo da preservarne tonicità, elasticità e dimensioni ed ora tutti devono essere testimoni del suo trionfo.
Al pari del Big Jim, al quale spesso si accoppia, non cammina, sfila, degnando appena le rivali di un severo sguardo di superiorità. La dimensione dei suoi costumi è inversamente proporzionale a ciò che sono preposti a contenere secondo una regola matematica già teorizzata, in passato, da Einstein.
Inutile dirlo, il suo più acerrimo nemico è la forza di gravità, alla quale si oppone sfruttando ogni arma a sua disposizione, fino a giungere al bisturi del chirurgo estetico, ma va da sé che a quel punto la bonazza è inevitabilmente in declino, surclassata da qualche nuova giovanissima regina della spiaggia.

ATTENZIONE: Poiché molto raramente quella che ha il sedere più bello, può fregiarsi anche del titolo di quella che ha le tette più belle, in genere la spiaggia ospiterà due diverse bonazze, l'una culocentrica e l'altra tettocentrica, in aperta competizione tra loro.

COME REGOLARSI:
In fin dei conti, come categoria, non è tanto male. Anche nel caso in cui il soggetto abbinasse allo splendido corpo il cervello di una gallina, sarebbe comunque un bel vedere… e a patto che non abbiate una compagna particolarmente gelosa, è abbastanza piacevole restare in contemplazione delle sue rotondità (ne faccio, è ovvio, un discorso puramente maschilista).
Purtroppo però quella che c’ha il sedere più bello di tutta la spiaggia, anche se dovesse essere venuta in spiaggia da sola, costituisce un richiamo irresistibile per alcune delle categorie maschili più pericolose e devastanti della spiaggia, vale a dire orde di Iperattivi, Big Jim, coatti e simili, che cominceranno a ronzarle producendosi in tutta una serie di attività moleste che ricordano il babbuino nella stagione degli amori nel disperato tentativo di attirare la sua attenzione, rendendo quell’angolo di spiaggia assolutamente invivibile.

Quindi, seppur a malincuore, appena vedete una chiappa, per quanto deliziosa, allontanatevi al più presto!

mercoledì 19 agosto 2015

BIG JIM

Quello che ha passato tutto l'inverno a plasmare il proprio corpo in palestra e ora c'ha un fisico da paura.

CHI È:

Quello che ha passato tutto l'inverno a plasmare il proprio corpo in palestra e ora c'ha un fisico da paura è un perfetto concentrato di egotismo, ferrea autodisciplina e imbecillità, conditi con una discreta percentuale di esibizionismo.
Questo individuo non rappresenta un reale pericolo. Non è né buono né cattivo; i suoi processi mentali sono troppo semplici per far fronte a problematiche di tipo etico o morale e le sue ridotte capacità cognitive sono a stento sufficienti a calcolare il numero di ripetizioni agli attrezzi, e il numero di blocchi di carboidrati/proteine e grassi da assumere ad ogni pasto (cosa peraltro tutt’altro che semplice se vogliamo essere onesti).
Tutti questi sforzi, mentali e fisici, hanno comunque dato i loro frutti e, dopo aver passato tutto l'inverno a plasmare il proprio corpo in palestra sognando un fisico da paura, Big Jim ha raggiunto il suo scopo. Ecco perché è venuto al mare. A lui, magari, il mare fa anche schifo. Preferirebbero di gran lunga la montagna, ma poi dovrebbe andare in giro vestito, mentre per lui è assolutamente fondamentale far vedere a tutti che ha passato tutto l'inverno a plasmare il proprio corpo in palestra e ora c'ha un fisico da paura.

COME RICONOSCERLO:
Appena vedete uno che cammina come se gli avessero piantato una mazza nel sedere, e che c’ha un fisico a metà tra Rambo e Terminator, quello è il vostro soggetto.
Big Jim non cammina, sfila, ostentando una postura apparentemente casuale frutto, invece, di ore ed ore di prove davanti allo specchio in modo da esaltare la consistenza granitica del suo corpo scultoreo (i più subdoli, prima di scendere in spiaggia si sottopongono a un’ora di allenamento in modo da arrivare con i muscoli ben irrorati di sangue).
Big Jim si fa largo fieramente tra orde di un'umanità sovrappeso, o sottopeso, orgoglioso della sua imperiosa mascolinità: petto in fuori, pancia in dentro, addominale scolpito e sopracciglio belluino.
L'espressione del viso, a dirla tutta, non è il suo punto forte, ma del resto, non si può avere tutto dalla vita, no?
E così, questo maestoso esemplare di maschio alpha costruito a suon di proteine, aminoacidi e bilancieri va su e giù… su e giù… per accertarsi che tutti, sulla spiaggia, abbiano preso atto del fatto che lui ha passato tutto l'inverno a plasmare il proprio corpo in palestra e ora c'ha un fisico da paura, o meglio, il più bel fisico da paura che si sia mai visto.

COME REGOLARSI:
Big Jim, non è particolarmente dannoso se non per il vostro amor proprio. Se siete già accoppiati (e se la vostra compagna è una donna fedele), tutto sommato, il danno è minore. Certo, ogni volta che sfilerà dalle vostre parti non potrete fare a meno di sentirvi in colpa per quel piatto di spaghetti all’amatriciana che avete ingurgitato quasi tutto d’un fiato. O per quella volta, nel lontano 1998, quando vi siete ripromessi di iscrivervi in palestra, salvo poi cambiare idea trenta secondi più tardi. Ma, per lo meno, non si trasformerà in un insidioso concorrente contro il quale ogni resistenza (e competizione) è vana.
Potrete consolarvi dicendovi che comunque voi siete “un tipo” più interessante, che potete conversare di cinema, di letteratura, di politica e di astronomia, mentre loro possono parlare solo di massa magra. Vi ritroverete a ripetere mentalmente il teorema di Pitagora, provando una sorta di insinuante piacere nel constatare che lo ricordate ancora. Però, alla fin fine, davanti allo specchio, guardando quell’accenno di pancetta e l’assenza di tonicità dei vostri pettorali, anche se non lo ammetterete mai con nessuno, proverete l’indiscusso fremito di un sordo rimpianto e un po’ d’invidia.

Se, invece, siete anche single, a tutti gli svantaggi appena elencati se ne sommerà un altro non indifferente. Perché per quanto le donne possano negarlo, affermando con vigorosa convinzione di non essere interessate a quel tipo di bellezza, la verità è che la “manzitudine decerebromuscolosa un po' animalesca” acchiappa più di una laurea, rassegnatevi. Quindi, senza indugio, se siete in cerca di una partner, trovate un angolo di spiaggia il più possibile sgombra da Big Jim di sorta o trascorrerete un'estate molto solitaria.

martedì 18 agosto 2015

OZIOSO

Quello che ha passato tutto l'inverno a farsi un mazzo così... e adesso non vuole sapere niente!

CHI È:

Tutt'uno con la sdraio (o con il lettino), quello che ha passato tutto l'inverno a farsi un mazzo così, e adesso non vuole sapere niente, ha deciso di consacrare la vacanza all'insegna dell'ozio più totale, trasformandosi in una figura mitologico/religiosa simile a una statua di sale.
Qualsiasi proposta di attività fisica, dalla semplice passeggiata in riva al mare alla nuotata fino alle boe - per non parlare di estremismi quali partite a racchettoni o a beach volley - viene rapidamente esaminata, elaborata e archiviata dai suoi occhi pigri nei quali compare solo un barlume di sdegno scandalizzato (maggior veemenza costerebbe troppa fatica).
Di fronte alle richieste più insistenti sorride malevolo precisando che, qualora non si fosse capito, lui ha passato tutto l'inverno a farsi un mazzo così, e adesso non vuole sapere niente.
Poeticamente decadente, drammaticamente decaduto, l'ozioso si crogiola in un'inattività che lo vede cristallizzato nella medesima posizione, giorno dopo giorno, fino alla fine delle vacanze. A volte legge, a volte no, perché anche girare le pagine può risultare, in certi frangenti, eccessivamente faticoso. Il più delle volte giace scompostamente limitandosi a una moderata attività respiratoria.

COME RICONOSCERLO:
Quello che ha passato tutto l'inverno a farsi un mazzo così, e adesso non vuole sapere niente, spesso passa inosservato. A volte sono necessari addirittura alcuni giorni prima di accorgersi della sua esistenza perché è perfettamente mimetizzato con il tessuto della sdraio, immobile e camaleontico, completamente a proprio agio nella vacuità di un'esistenza priva di guizzi vitali.
Com'è facilmente intuibile, il suo corpo è uno specchio perfetto della sua pigrizia cronica. Nel migliore dei casi, dunque, se si è tenuto in forma da giovane, manifesta un cedimento muscolare diffuso con accenno di pancetta e una totale assenza di fiato. Nei casi più seri ostenta con ingiustificato orgoglio un maestoso panzone gelatinoso di dubbia consistenza ma di sconfinata capienza.
Dalla sua posizione privilegiata osserva l'umanità che lo circonda con severo distacco e poltrisce concedendosi, al massimo, una lenta camminata fino al bar per il caffè.

COME REGOLARSI:
E' probabilmente il più innocuo tra le varie tipologie di vicini d'ombrellone che possono capitarvi. Anzi, da alcuni è ambito e ricercato più del posto in prima fila (per il quale, com'è noto, c'è chi è disposto a uccidere).

Accaparrarselo equivale ad assicurarsi un'estate tranquilla e serena a patto che non si sia degli iperattivi, o dei chiacchieroni sempre a caccia di una smodata interazione con i propri vicini. Ma anche in questo caso, c'è sempre la possibilità di scambiare il proprio posto a peso d'oro, cedendo il vicino ozioso ma guadagnando, appunto, una prima fila, per esempio.

domenica 16 agosto 2015

CICALE

Quelli che prima si sono goduti la vita, hanno fatto le loro cose con calma e solo dopo i quaranta hanno deciso di provare il brivido delle responsabilità genitoriali.

CHI SONO:
Le Cicale sono quelle persone che, per freddo calcolo o innato egoismo, hanno deciso che prima volevano darsi alla pazza gioia e solo dopo un numero cospicuo di anni passati a spassarsela avrebbero affrontato le responsabilità di crescere dei figli.
Come le cicale, dunque, costoro hanno cantato la loro canzone, ebbri di libertà, dribblando le responsabilità per anni e anni, passando senza soluzione di continuità da cenette a teatri, da cinema a musei, da vacanze in posti esclusivi a esclusivi party per gente alla moda... e, detto tra noi, mentre loro sfoggiavano i souvenir comprati a Tobogongo durante la loro ultima vacanza, a voi, che stavate faticosamente crescendo il vostro secondogenito tra pappette, pannolini e dermatiti atopiche, giravano un po' le palle. Il feroce e insidioso morso dell'invidia vi attanagliava le viscere facendovi sentire persone cattive.
“Come? Andate a villeggiare per il terzo anno nello stesso posto?” vi dicevano inorridite le cicale, ebbre del loro girovagare libero e senza pensieri.
“Beh sai... i bambini...” rispondevate tra i denti, ingoiando gli insulti che nascevano spontanei e poi vi allontanavate a spalle curve, sconfitti. 
Ma, dentro di voi, una vocina vi esortava a tener duro perché, prima o poi, sarebbe venuto il vostro momento...

COME RICONOSCERLI:
la foto è puramente indicativa
Quelli che prima si sono goduti la vita, hanno fatto le loro cose con calma e solo dopo i quaranta hanno deciso di provare il brivido delle responsabilità genitoriali sono facilmente riconoscibili perché, adesso che i quaranta li hanno superati, sono schiantati dalla fatica e dalle responsabilità.
Privi delle energie psicofisiche di una coppia giovane, abituati a pensare solo a sé stessi, la paternità/maternità li ha colti del tutto impreparati colpendo all'improvviso e senza pietà.
Adesso affannano dietro a dei piccoli mostri che risultano per loro completamente ingestibili. Ogni cosa, dal cambio del pannolino allo svezzamento, appare un'impresa improba e costa loro il quadruplo della fatica. Vagano con lo sguardo che passa dal vacuo spento, al terrorizzato... annaspano scuotendo il capo, chiedendosi se ce la faranno e, di fatto, il più delle volte non ce la fanno, perdendo il controllo dei figli.
Quando il peso della fatica li schianta al suolo implorano l'aiuto di amici e parenti che sono costretti a sfuggirli come la peste e, nei momenti di maggior sconforto, pallottoliere alla mano, cominciano a calcolare che età avranno quando i figli saranno diventati autonomi rendendosi conto che per allora, molto probabilmente, saranno loro ad aver bisogno del pannolone.

COME REGOLARSI:
Avere intorno dei genitori Cicale può essere al tempo stesso pericoloso e gratificante.
Nel constatare come, tutto si paghi nella vita, e che adesso anche a loro tocchi raccogliere il fio di tanti anni trascorsi a spassarsela, soddisferà il vostro bisogno di giustizia sociale. In alcuni casi potrete anche concedervi il lusso di far vedere come siete liberi e senza pensieri avendo già svezzato a suo tempo la vostra prole (ovviamente state mentendo, una volta diventati genitori lo si è per sempre, ma con loro potrete fingervi liberi e belli).
Per contro, quelli che prima si sono goduti la vita, possono, per debolezza e incapacità, facilmente degenerare in genitori del Bambino Rompipalle. Nel qual caso le cose potrebbero farsi più ardue. Ma, abbiamo già visto come arginare la situazione, quindi vi suggerisco di concentrarvi sul lato positivo e prendervi tutte le vostre rivincite.


Ovviamente, se chiedono il vostro aiuto, fuggite. Ricordatevi che avete già dato... o che darete (in base alla vostra età).

mercoledì 12 agosto 2015

IL BAMBINO ROMPIPALLE

Noto anche come: Quello che "io posso fare il cazzo che mi pare perché tanto i miei genitori hanno letto una cifra di libri di psicologia e vivono nel terrore di crearmi dei traumi irreversibili per cui, appunto, mi fanno fare il cazzo che mi pare".

CHI E'

Il bambino rompipalle è una creatura malefica che racchiude in formato bonsai il potenziale distruttivo di Attila e la ferocia di Jack lo squartatore. 
La sua immane potenzialità distruttiva deriva dal fatto che è stato cresciuto nell'erronea convinzione di essere il centro dell'universo. I suoi genitori sono due larve che si crogiolano nell'autocompiacimento di aver allevato un bambino speciale, anche se un po' vivace, mentre la triste verità è che, incapaci di insegnare un minimo di educazione a quello stronzo del figlio, hanno cresciuto un'irritante creatura viziata, stupida e scassacazzo.
Tutto ciò si concretizza in un vicino d’ombrellone iperattivo, refrattario a qualsiasi disciplina, strafottente e incapace di adattarsi, comprendere e rispettare qualsiasi tipo di regola.
Inutile dire che incappare nel “bambino rompipalle” può rivelarsi un'esperienza dai risvolti epicamente tragici in grado di rovinare l'intera vacanza.

COME RICONOSCERLO
Il bambino che può fare il cazzo che gli pare perché tanto i suoi genitori hanno letto una cifra di libri di psicologia e vivono nel terrore di creargli dei traumi irreversibili per cui, appunto, gli fanno fare il cazzo che gli pare è facilmente riconoscibile perché fa (chi l’avrebbe detto?) il cazzo che gli pare e lo fa sorridendo come lo stronzo che è, reggendo senza difficoltà il vostro sguardo accusatorio perché tanto lui sa di essere intoccabile.
Vi urlerà nelle orecchie, solleverà quantità di sabbia equivalenti, per portata, a una media tempesta di sabbia del Sahara, vi schizzerà senza ritegno giocando con le pistoline ad acqua di che gli è muorto, calpesterà il vostro telo da spiaggia, rovescerà nella sabbia il vostro flacone di crema abbronzante, farà cadere il vostro e-reader, vi colpirà sul naso con il suo pallone e, per tutto il tempo in cui questo fottutissimo flagello di Dio triturerà i vostri dispositivi sferici, i genitori si limiteranno a un bonario "Chicco, dai che dai fastidio al signore..." e poi vi sorrideranno con quell'aria da teste di cazzo scrollando le spalle, come a dire che, si sa, i bambini son tutti un po' vivaci e che loro hanno le mani legate.
A prescindere dal fatto che le mani voi gliele leghereste per davvero, insieme ai piedi, per poi buttarli a mare con una pietra legata al collo, va da sé che la loro incapacità cronica di arginare, almeno parzialmente, il maciullamento di coglioni altrui da parte del loro pargolo imbelle, non farà che amplificare il vostro senso di irritazione e di impotenza.
Sebbene il bambino rompipalle sia frutto di una sfortunata combinazione di teorie psicologiche assimilate un po’ alla cazzo di cane mischiate a una innata incapacità di svolgere le più basilari funzioni genitoriali, e quindi non sia colpa sua se è quello che è, tutto ciò è irrilevante ai fini della vostra sopravvivenza.
Che sia colpevole o innocente egli è diventato, comunque, il male assoluto e come tale va combattuto prima che si trasformi un vero e proprio anticristo in grado di bruciare città, devastare nazioni e, eventualmente, scatenare un qualche tipo di conflitto mondiale.

COME REGOLARSI
Poiché, com’è facilmente intuibile, non ha alcun senso rivolgersi ai genitori in quanto saranno solo in grado di destare in voi sopiti istinti omicidi, l’unica soluzione è vedersela direttamente col bambino colpendolo nel suo unico punto debole. Fate del male all’unica cosa a cui tiene veramente… sé stesso.
Gli anni di nefasto influsso paterno e materno lo hanno fatto crescere nell’errata convinzione di essere una divinità intoccabile, scesa in terra per fare il suo porco comodo senza che nessuno possa ardire opporsi al suo volere.
Ebbene, voi opponetevi.
La tecnica che io ho adottato e che sembra dare i suoi frutti è quella di aspettare un momento favorevole e poi allungare all’improvviso un piede mentre la diabolica creatura zompetta molestamente intorno a voi. Fatelo ruzzolare a terra e poi fingete di soccorrerlo in modo da non allarmare quei due idioti dei genitori. A questo punto mentre gli sorridete amichevolmente, bisbigliategli nell’orecchio che se non la smette di rompere il cazzo la prossima volta le gambe gliele spezzerete in quattro parti. Nel tirarlo su torcetegli le braccia in modo da avvalorare il concetto, poi dategli un’amichevole pacca nella schiena, sempre accompagnata da sorrisi  ipocriti, e istradatelo lontano dalle palle.

Non si farà più vedere.