Quello che a lui non gliene frega
niente se si trova su una spiaggia piena di bambini che giocano,
lui deve prendere il sole e non vuole essere importunato perché
questa è la sua vacanza!
CHI E':
Soggetto poco incline a
processi mentali di tipo empatico-emozionale, l’Intollerante si
trincera dietro a un freddo e arido razionalismo così estremo da
sfociare nella totale irrazionalità (sembra un paradosso ma non lo
è). L’Intollerante può appartenere a entrambi i sessi, ma
staticamente c’è un buon 80% di probabilità che sia donna perché
l’uomo, di natura semplice e cazzona è, in genere, più
accomodante.
Gli Intolleranti sono
esseri generalmente egocentrici ed egotisti, prevalentemente single
o, se sposati, rigorosamente senza figli perché l’idea di
dedicarsi a quelle creature frignanti e romipicoglioni desta in loro
l’impulso irrefrenabile di comporre al volo un sonetto apologetico
in favore di Erode.
Se dipendesse da loro
l’umanità si sarebbe estinta e questa è, forse, l’unica cosa
che si può dire in loro favore.
Nel guardare le spiagge
brulicanti di famiglie l’Intollerante scuote il capo con
un’espressione che oscilla tra l’inorridito e l’incredulo e,
per quanti sforzi faccia, non riesce a comprendere quale genere di
follia possa spingere una donna sana di mente a sottoporsi a nove
mesi di agonia per poi mettere al mondo creature nocive e deleterie
come i bambini e, soprattutto, a portarli in spiaggia.
Se vogliono rovinarsi la
vita sono cazzi loro, ma perché debbano rovinarla anche agli altri è
una domanda destinata a restare senza risposta.
La spiaggia è, infatti,
per loro, luogo preposto a ben altre attività quali:
a) l’abbronzatura,
b) il flirt,
c) l’ozio,
d) la lettura (a patto
che non sia troppo impegnativa),
e) il voyeurismo e/o
l’esibizionismo.
Del resto, se Dio avesse
voluto che le spiagge fossero destinate ai bambini, non avrebbe
creato la sabbia! E' ovvio, infatti, che la sabbia sia completamente
incompatibile con qualsiasi tipologia di bambino ancora in vita.
COME RICONOSCERLO:
“Quello che a lui non gliene frega niente se si trova su una spiaggia piena di bambini che giocano, lui deve prendere il sole e non vuole essere importunato perché questa è la sua vacanza!” è facilmente
riconoscibile dallo sguardo diffidente e calcolatore con cui scandaglia la
spiaggia.
Nei suoi occhi c’è
solo freddo calcolo: dov’è che sarò maggiormente al sicuro
dall’insopportabile invadenza di quelle piccole iene? Si chiede
l'Intollerante. Dove potrò contenere le loro intollerabili molestie?
Stabilita la postazione
in base a fattori strategici che vengono valutati nel giro di un
millisecondo, l’Intollerante si posiziona cercando di marcare il
territorio e poi fa vagare nuovamente quello sguardo freddo e altero
con cui identifica con disprezzo e inappellabile condanna tutti i
possibili molestatori e i relativi genitori.
Quello sguardo al
vetriolo in cui non c'è traccia di comprensione vale
a) come diffida
dall'intraprendere qualsiasi tipo di attività ludica (dove per
attività ludica si intende anche il semplice respirare) a una
distanza di sicurezza inferiore ai dieci metri dalla postazione prescelta.
b) come invito ai
rispettivi genitori, affinché ottemperino al loro dovere basilare,
che si sono scelti da soli nel momento in cui hanno inopinatamente
deciso di copulare senza prima farsi sterilizzare, e mantengano dunque uno
stretto controllo sul frutto dei loro lombi.
Ora, chiariamo subito un
punto fondamentale: chi ha letto il primo post di questo blog sa cosa
penso dei bambini rompicoglioni. Va da sé che io sono il primo a
sostenere il sacrosanto diritto di stare in spiaggia senza rotture di
cazzo.
In questo caso la discriminante, quello che rende, per intenderci, l'Intollerante così intollerante, è che
per lui qualsiasi bambino, anche l'incarnazione del Dalai Lama, è un
bambino rompicoglioni.
COME REGOLARSI:
In effetti “Quello che a lui non gliene frega niente se si trova su una spiaggia piena di bambini che giocano, lui deve prendere il sole e non vuole essere importunato perché questa è la sua vacanza!” pone di
fronte a un difficile dilemma: è più giusto prendere le distanze
dalla sua caparbia follia, tanto per evitare questioni di qualsiasi
tipo, o è meglio restare nei paraggi e usarlo come diversivo tanto
per passare il tempo?
Le crisi isteriche assolutamente immotivate di
cui è capace un Intollerante possono essere, in alcuni casi, fonte
di grande ilarità. E’ possibile addirittura renderlo oggetto di
simpatiche scommesse con gli amici su chi sarà il primo malaugurato
a scatenare le loro rimostranze, o entro quanto tempo dal suo arrivo, darà inizio alla prima ramanzina.
Tuttavia, per quanto
divertente, dopo un po’ l'Intollerante diventa solo fonte di stress
e disagio (soprattutto se avete dei figli) perché, per quanto
sappiate che le sue sono “pretese del cazzo”, una parte di voi
si sentirà sempre in difetto, finirete per muovermi in maniera del
tutto innaturale, camminando come se aveste subito un grave incidente
alla spina dorsale, per cercare di non sollevare sabbia intorno a
voi, e comincerete a trattare i vostri figli come se fossero degli
orchetti appena usciti da un romanzo di Tolkien, anche qualora si
stessero comportando come cherubini e quindi, di fatto, vi
intossicherete la giornata di mare.
Meglio prendere le
distanze.
C'è però una buona
notizia.
Grazie alla natura
intollerante dell'Intollerante, questa volta non sarete voi a dover
traslocare.
Suggeriamo dunque la
seguente strategia: scatenate un figlio e i suoi amichetti in un
feroce duello con le pistole ad acqua, e fate in modo che il vostro
obiettivo primario si trovi esattamente nel mezzo. A questo punto,
fingendovi indignati, date inizio al selvaggio inseguimento dei
“piccoli delinquentelli” inciampando e sollevando una mezza
quintalata di sabbia, in modo da ricoprire quasi interamente il corpo
bagnato dell’Intollerante. Poi, prodigatevi in una serie variopinta
e convincente di scuse per scongiurare lo scalpamento sul posto e
cercate di ripulirlo con poderose manate con le quali, in realtà lo
scartavetrerete.
Cambierà ombrellone,
spiaggia e, forse, anche nazionalità.