Quello
a cui della spiaggia, del mare e degli altri non gliene importa niente, basta
che il figlio impari a giocare meglio di Maradona e diventi straricco.
CHI E’:
È
una evoluzione solo leggermente meno pericolosa della specie. Il 90° minuto
papà è stato un 90° minuto normale per circa 30 anni, fino a che il destino non
lo premiato con 150 chili di adipe e un erede di sesso maschile. A quel punto
l’individuo, rendendosi conto che anche solo cimentandosi in una partitella con
gli amici era a rischio di trombo-infarto-aneurismico, ha dovuto per forza di
cose abbandonare il branco e dedicarsi ad allevare il cucciolo sul quale ha,
ovviamente, riversato tutte le sue aspettative.
Questo
compito, dunque, lo assorbe totalmente, perché, per la proprietà transitiva
dell’amore per il pallone, lui riversa lo stesso affetto sul figlio, a patto
che sappia giocare e che realizzi il suo sogno di diventare un campione!
Quindi,
come potete facilmente intuire, al 90° minuto papà non importa se il figlio
sappia leggere o scrivere, se sia un bravo bambino o derubi le vecchiette e
neanche se faccia uso di droghe pesanti, se sia, gay, omofomo, leghista o
renziano… l’unica cosa che gli sta a cuore è che sappia giocare a pallone, e
per ottenere tutto questo lo sottopone a massacranti sedute di allenamento.
COME
RICONOSCERLO:
Quello
a cui della spiaggia, del mare e degli altri non gliene importa niente, basta
che il figlio impari a giocare meglio di Maradona, si riconosce per il sorriso
fintamente bonario, e perché è sempre seguito da un figlio dall’aria mesta. In
genere il quadretto è questo: il figlio sta facendo qualcosa, qualsiasi cosa,
non ha importanza, quel che conta è che si sta divertendo, ma senza un pallone
tra le mani. Il padre, in sdraio, posa sul figlio una vaga occhiata di
disapprovazione, poi solleva lentamente il prominente panzone (e qui già il
figlio comincia a sudare freddo), prende il pallone e comincia a palleggiare
cercando di darsi un tono e ignorare la strabordante panza ballonzolante. Cerca
l’ammirazione e la complicità del figlio che, il più delle volte, non se ne
potrebbe fottere di meno e, alla fine, non trovando altri mezzi, lo convoca con
l’autorità di un mister. Poi si avvia su un tratto di spiaggia sgombro (e se
non è sgombro tanto peggio per i rompicoglioni che pensavano di poter fare il
bagno o prendere il sole, in spiaggia?!), spedisce il figlio in avanti e gli
tira una pallonata alla media di 230 km orari.
Nella sua mente bacata il figlio
(che in genere ha 5 anni) dovrebbe esibirsi in uno stop di petto, con
conseguente controllo al volo e tiro in rovesciata.
Nella
realtà il ragazzo viene centrato al plesso solare e resta per 10 minuti in
stato di semicoma.
COME REGOLARSI:
Di
base , assistere ad una seduta d’allenamento di un 90° minuto padre, è come
avere un posto in prima fila per una proiezione esclusiva di un film a metà tra
Ufficiale Gentiluomo, Holly e Benji e i Monty Python.
I
primi minuti possono anche essere interessanti (soprattutto se odiate i
bambini), ma dopo un po’ le pallonate seminano la distruzione tutt’intorno,
certo in modo meno devastante di quanto sarebbe successo con un 90° Minuto puro,
ma pur sempre esponendovi a un rischio non indifferente, quindi, anche in
questo caso, appena ne avete la possibilità, datevi alla fuga.
Un’ultima
nota riguarda il figlio di Quello a cui della spiaggia, del mare e degli altri
non gliene importa niente, basta che il figlio impari a giocare meglio di
Maradona. Sono stati registrati prevalentemente due tipi di reazioni in questi
poveri bambini. La maggior parte matura un odio profondo verso il calcio in
particolare e verso tutti gli sport che richiedano l’uso di oggetti sferici,
compresi il biliardo, le bocce, e le bilie. Finiscono per vivere un’esistenza
sedentaria e stazionarsi intorno ai 150 kg di peso o, in alternativa, darsi a
sport estremi quali la traversata dell’antardide a nuoto, il bungee jumping
dall’Everest (prevalentemente per stare lontani dal padre), il lacrosse (quest’ultimo
viene generalmente vissuto dal padre come un tradimento inaccettabile). Il
tasso di mortalità di queste povere creature, intorno ai 40 anni, è del 90%.
Gli
altri diventano ancor più monomaniacali dei genitori, trasformandosi, a loro
volta in 90° Minuti all’ennesima potenza per cui, a conti fatti, eliminare i
genitori preventivamente, potrebbe non essere un’idea del tutto sbagliata.
Una
delle tecniche più astute consiste nell’andare in Brasile e assoldare un
piccolo talento locale, portarlo in spiaggia spacciandolo per il proprio
bambino adottivo e farlo esibire davanti al 90° Minuto padre in modo che gli
scoppino le coronarie per l’invidia.
Generalmente
funziona.
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